Peso e cibo: un percorso emotivo e clinico
alla ricerca di un nuovo equilibrio
Il metodo innovativo ed efficace della Personal Dietist Daniela Panerai
Digiunare è come ripartire da zero: avere un’altra possibilità.
Perdere peso in modo significativo, rapido e duraturo è ora possibile grazie al “digiuno modificato assistito”, un metodo ideato e sperimentato dal professor Cappello dell’Università La Sapienza di Roma e affinato, negli anni, dalla Personal Dietist Daniela Panerai.
Un metodo che permette di dimagrire quanto si desidera ma al tempo stesso consente di riappropriarsi del senso, del valore e del gusto del cibo acquisendo una nuova consapevolezza sulle relazioni cibo-meccanismi di compensazione.
La Personal Dietist, infatti, coniugando la sua formazione clinica all’esperienza quotidiana con i pazienti, abbina un’accurata valutazione preliminare del singolo caso con il suo successivo e continuo monitoraggio, attraverso un percorso a più tappe.
“Le relazioni che intratteniamo con il cibo e le loro eventuali disfunzionalità – spiega Daniela Panerai – sono fortemente significative. Di questo i miei pazienti vengono resi consapevoli, come del valore e dei tempi del percorso che viene proposto già nel primo colloquio (telefonico o di persona), in cui viene valutata attentamente la situazione emotiva e fisica della persona”.
Formulato e adattato di volta in volta in base alle singole esigenze di ognuno, il metodo si basa sulla breve e periodica assenza di cibo e sull’assunzione di proteine, sali minerali e vitamine diluite in acqua.
“Privare”, dunque, per far emergere le motivazioni del disequilibrio alimentare, per lavorare insieme al paziente sulle cause di tale stato psico-fisico e fargli scoprire uno stile di vita più armonioso, attraverso un nuovo rapporto, più sano e proficuo, con il cibo. Per questo motivo chi inizia il percorso può contare sulla presenza e il dialogo costante, anche quotidiano, con Daniela Panerai. “Il digiuno modificato assistito – racconta la Personal Dietist – permette di lavorare efficacemente sulla massa grassa, senza intaccare la massa magra né la quantità di liquidi dell’organismo. Questo è importante a livello motivazionale, perché da lì può partire il percorso di rieducazione all’ascolto del proprio corpo. Le modificazioni fisiche che avvengono durante il breve digiuno aiutano infatti l’organismo e la mente nei passaggi successivi: capire i meccanismi di compensazione cui ricorriamo in stati di fragilità emotiva o post-traumatici e resettarsi per ripartire da zero”.
La specialista sa quanto sia importante supportare chi sta perseguendo il difficile obiettivo di un riequilibrio alimentare e di una maggiore consapevolezza interiore, per questo segue personalmente ogni paziente, aiutandolo anche a gestire il tempo che nei giorni del digiuno non viene dedicato all’alimentazione, suggerendo ad esempio attività che coccolino gli altri sensi e lavorando affinché la privazione sia vissuta serenamente.
“Il digiuno – spiega Daniela Panerai – è solo una parte del metodo: il suo obiettivo più profondo è far cambiare al paziente l’approccio al cibo, farlo tornare cioè ad ascoltarsi, ad autoregolarsi”.