Daniela Panerai | Personal Dietist

FAQ – Frequently Asked Questions

Chi è il Personal Dietist?
Un professionista che segue quotidianamente il paziente in tutto quello che è un percorso individuale di recupero del rapporto equilibrato con il cibo e con il corpo.

Cosa può dare in più rispetto al “classico” dietista?
L’assistenza quotidiana in un percorso non tradizionale, rivolto alla riconquista dei messaggi di autoregolazione del proprio organismo.

Il Personal Dietist prescrive diete particolari?
Tutt’altro! Incoraggia, piuttosto, ad abbandonare l’idea di dieta con conteggi calorici e restrizioni e a ritrovare il gusto del cibo, dopo averne preso le distanze per qualche giorno.

Com’è il rapporto tra cibo-emozioni?
Molto stretto. Le emozioni, tante volte, condizionano l’assunzione di cibo e quest’ultimo diventa una compensazione.

Quando hai scelto di proporre il metodo del digiuno modificato assistito e perché?
Dopo oltre 25 anni di esperienza nel campo della nutrizione, sono arrivata ad avere piena coscienza dei limiti della “dieta tradizionale”. Le persone che si rivolgevano a me mi dicevano di aver provato tutte le diete possibili senza aver mai ottenuto risultati soddisfacenti e duraturi. Nel tempo questo mi ha portata a considerare la necessità di trovare un percorso alternativo.

Quanto dura il trattamento?
La durata dipende dall’obiettivo da raggiungere e dal tempo in cui si è protratto il rapporto alterato con il cibo. Se i pazienti seguono il percorso in maniera scrupolosa, il risultato finale è un successo e loro tornano solo per condividere la gioia del risultato mantenuto nel tempo.

Qual è la percentuale di successo del metodo?
Molto alta, se il paziente inizia con una forte motivazione e segue il programma stabilito con piena aderenza e fino al raggiungimento degli obiettivi.

A cosa si deve il successo del metodo?
In prima battuta, ai risultati in tempi brevi. Ma ciò che ne determina la popolarità è sicuramente il risultato finale, che deriva da un cambiamento profondo: il recupero dei propri segnali di equilibrio nel rapporto con il cibo. Tant’è che si cambiano proprio abitudini alimentari, gusti e modalità di assunzione del cibo.

A cosa sono dovuti invece secondo te i casi di insuccesso?
A una scarsa motivazione. Per affrontare il percorso bisogna essere arrivati a un punto di rottura: sentire di non poter più accettare il proprio peso e il proprio rapporto con il cibo perché lo si vive come una dipendenza.
Non basta la “voglia di provarci” e la curiosità di testare qualcosa di nuovo. Io parlo molto al telefono per spiegare a potenziali nuovi pazienti in cosa consiste il metodo affinché loro possano pensarci e venire da me solo quando sono pronti. Non faccio mai opera di convincimento. Sono sempre disponibile a parlarne a lungo usando “il filtro” del telefono affinché il paziente non si senta in difficoltà o in obbligo.

Il metodo è in grado di far smaltire anche il grasso depositato in quei punti del corpo classicamente noti come difficilissimi da snellire?
È forse l’unico metodo in grado di fare questo perché, tutelando la massa magra e garantendo una profonda idratazione, quello che va a diminuire è solo la massa grassa.

Come capisci se un paziente è “sulla giusta strada”?
Quando il digiuno è condotto in modo adeguato al proprio organismo e senza “errori”, il benessere fisico ed emotivo aumentano di giorno in giorno.

Cosa deve fare chi vuole seguire un digiuno modificato assistito?
Ho piacere, come dicevo, di essere contattata (tel, mail, FB), in modo da avere un colloquio preliminare telefonico. Se si è decisi ad intraprendere il percorso che propongo, si fissa un appuntamento in uno dei miei studi (Firenze o Milano). È necessario avere esami ematici recenti (è sufficiente una routine degli ultimi 6/8 mesi) e occorre una richiesta del proprio medico (di base o specialista di fiducia), che attesti la necessità di seguire una dieta.

Il digiuno può essere autogestito?
Il digiuno modificato ha bisogno di essere guidato e sostenuto, altrimenti può essere pericoloso per la salute, non adeguato e, facilmente, andare incontro a un fallimento. Grazie al controllo di alcuni parametri e al contatto giornaliero, evidenzio le criticità e i punti deboli su cui lavorare insieme.

Occorre fare attività fisica durante il digiuno?
Durante il digiuno, si consiglia di evitare l’attività fisica, perché l’organismo consuma energia al massimo delle sue possibilità e sarebbe uno stress eccessivo. Tuttavia è bene camminare per favorire una buona circolazione del sangue.

Altri consigli per chi affronta per la prima volta la pausa dal cibo?
Durante il digiuno bisogna essere estremamente impegnati. Non serve prendere ferie o stare a riposo. Chi è impegnato riesce a non fissarsi sui momenti scanditi dal cibo.

Con il passare dei giorni di digiuno ci si sente deboli?
Andando avanti con il digiuno ci si sente sempre meglio, si percepiscono energia crescente, lucidità singolare e anche l’umore ne trae beneficio. Questo avviene per effetto chimico dei chetoni.

Qual è il profilo tipico di chi si rivolte a te?
Anche se non si hanno problemi di peso, si può ricorrere al digiuno modificato assistito per disintossicarsi da cattive abitudini e dai vari malesseri (gonfiore addominale, acidità…) dovuti a un’alimentazione non proprio corretta. Spesso si rivolgono a me persone che desiderano sgonfiarsi e ripulirsi, non necessariamente persone con problemi di obesità e che hanno perso il controllo sul loro rapporto con il cibo.

Qual è il periodo dell’anno in cui registri più richieste?
Non ci sono periodi particolari in cui si sceglie di seguire questo percorso. Anche prima delle feste alcune persone chiedono di essere assistite per un ciclo di digiuno, per potersi “staccare” dal cibo e trovare così un equilibrio che permetta loro di non lasciarsi poi andare ad “atteggiamenti ingordi”.
Chi ha perso il controllo durante le feste, subito dopo mi cerca per “rimediare” ai danni.

Cosa fai quotidianamente per rendere efficaci gli sforzi di chi hai in cura?
Cerco di entrare in sintonia con chi si rivolge a me per capire il suo quotidiano e entrare nelle sue dinamiche, rinforzando la ricerca di propri spazi in cui prendersi cura di sé. Questo anche attraverso consigli pratici che, durante il digiuno, aiutino la persona a occupare con nuove attività salutari il tempo che normalmente verrebbe utilizzato per alimentarsi.

Come si fa a resistere alla fame, se per 5/7 giorni non si mangia niente?
Dopo 12/24 ore si instaura la chetoacidosi, per catabolismo dei grassi di deposito, e la sensazione della fame sparisce

Si può fumare durante il digiuno?
Si può fumare, ma molti pazienti mi hanno riferito che, spesso, durante il percorso del “digiuno modificato assistito”, si avverte meno il desiderio della sigaretta. È possibile che si tratti di un meccanismo parallelo conseguente all’interruzione della compulsione nei confronti del cibo.

Il digiuno modificato assistito può essere seguito solo dalle persone che hanno molti chili da perdere?
Questo percorso dà risultati eccellenti anche nelle persone con pochi chili di sovrappeso, perché in 5/7 giorni si ottiene una perdita di peso che richiederebbe 1/2 mesi

Appena si ricomincia a mangiare, si ha una fame… incontrollabile?
Quando si inizia la rialimentazione, ci sono ancora in circolo i corpi chetonici che annullano la percezione della fame. Peraltro, lo stomaco ha recuperato un volume estremamente ridotto e si è in grado di percepire, di nuovo, il “segnale” della sazietà che rende facile l’adattamento a nuove abitudini alimentari, secondo le mie indicazioni.

Quando si conclude il trattamento c’è il rischio di riprendere subito i chili persi, come succede quando ci si sottopone a diete molto ipocaloriche?
Le diete fortemente ipocaloriche producono tre effetti negativi: perdita di massa magra, perdita di liquidi e abbassamento del metabolismo basale. Quest’ultimo è dovuto alla risposta dell’organismo a un periodo più o meno lungo in cui gli è fornita energia insufficiente alle sue richieste.
A questa situazione, infatti, l’organismo reagisce “adattandosi” ad un tenore inferiore di energia. Così, quando si riprende un’alimentazione con una quantità di calorie superiore, queste risultano in eccesso rispetto a quante fino ad ora fornite e vengono immagazzinate come grassi di deposito.
Con questo nuovo percorso, non si perde massa magra, non si perdono liquidi (anzi, se ne riacquistano) e il metabolismo non rallenta. Peraltro è prevista una rialimentazione graduale personalizzata.

Si possono mangiare caramelle e gomme senza zucchero durante il trattamento?
Certo, dal momento in cui inizia la chetosi. I pazienti che non soffrono di ipertensione possono fare uso di liquirizia pura.

Chi può seguire il digiuno modificato assistito?
Tutte le persone (di età superiore ai 18 anni) con un buono stato di salute e, quindi, senza patologie in atto. Al primo colloquio è presente un medico che valuta il paziente (effettua anamnesi, visita, visiona esami ematici) e stabilisce e richiede il percorso dietetico più idoneo. Peraltro, durante tutto il percorso, ho medici di riferimento con cui mi relaziono.